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Addossato a una rete metallica lacerata in due punti, c'è qualcosa che luccica. Incuriosita, Gilla si accuccia e scopre che si tratta di un planetario meccanico, un ingegnoso prototipo del sistema solare di metallo e cartapesta, la manovella per il moto di rivoluzione, i pianeti dipinti a tempera, la base con i segni zodiacali disegnati a filo d'oro. Stringe gli occhi a fessura. Che bellezza, pensa.
Se solo non fosse tutto ammaccato, i braccetti storti, inservi-bile. Alla svelta raggiunge il direttore. "Posso prenderlo ? " chiede.