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"Brice non è un maledetto. Ama i maledetti e ne trae linfa e viag-gio alla poesia. Il nostro tempo di decadenza lo inserisce tra i veg-genti. Egli vede c salve, come un viaggiatore d'invisibile. Non un nichilismo, ma una presa di coscienza, una spinta a uscire dal letargo e dal male. Izarte deve restare dentro di not e agire con it silenzio e con it lampo di parola. Occorre un "nuovo assenzio", per digerire le sofferenze e i dolori, e poi ripartire dall'ombra alla luce".
GIOVANNI DOTOLI.