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Gabriele De Rosa ha inaugurato, alla fine degli anni Sessanta, una nuova storiografia: la storia sociale e religiosa, che rompeva con gli schemi della tradizionale storia ecclesiastica, preoccupata quasi esclusivamente delle istituzioni e delle élite clericali, dei grandi problemi teologici, nonché dei rapporti tra Stato e Chiesa, ma dimentica del tutto della grande massa dei fedeli che era in fondo la destinataria di prescrizioni e divieti provenienti dai vertici della Chiesa universale e locale.
De Rosa ha infatti percorso una « via italiana » tutta sua della storia religiosa, nella quale la dimensione sociale ha un posto di rilievo, di pari dignità. Compulsando le fonti ecclesiastiche, specialmente quelle conservate negli archivi 'periferici', con i suoi studi e le sue ricerche ci offre una visione d'insieme, complessa, della società religiosa in età moderna e contemporanea, in un rapporto dialettico fecondo tra la dimensione istituzionale e quella popolare, tra strutture ecclesiastiche e vissuto religioso.