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"Nous ne voulons pas entrer dans de nouveaux détails bibliographiques sur les innombrables éditions consacrées par l'admiration des siècles au grand poète, ami d'Auguste. Notre savant ami, M. Paul Lacroix, prépare d'ailleurs une Bibliographie horatienne, devant laquelle nous faisons comme Horace à Philippes, nous jetons nos armes. " (P. Ch. E. Deschamps–G. Brunet, Manuel du libraire et de l'amateur de livres, Paris, 1878, p.
653). A questa resa inaspettata di due grandi bibliofili dell'Ottocento e alle insidie, da loro temute, dello sterminato esercito di edizioni oraziane, questo libro tenta di opporre i frutti di una laboriosa ricerca sulla fortuna editoriale di un auctor fra i più pubblicati in tutti i tempi e in tutte le culture. Attraverso il censimento di oltre duemilatrecento edizioni e con l'ausilio di nove indici (due dei quali biografici), che identificano duecentotrenatre commentari, quattrocentoquarantacinque traduttori, ventinove compositori musicali, ottantanove incisori, oltre millecinqucento tipografi/editori, la storia della fortuna di Quinto Orazio Flacco nelle civiltà letterarie moderne si misura con la storia del libro antico in una prospettiva di indagine che mira a intrecciare la storia delle forme letterarie (ma anche figurative e musicali) con l'iniziativa editoriale.
Proprio nell'officina del tipografo o nella strategia commerciale dell'editore, l'Orazio dei filologi, dei traduttori, dei parodisti, dei moralizzatori, dei musicisti, degli artisti manifesta i segni di un riuso che va oltre, in forme talvolta suggestivamente imprevedibili, gli esiti canonici della intertestualità.